In Costa d’Avorio c’è un proverbio molto conosciuto che dice: «Invece di dare da mangiare il pesce a un bambino, è meglio insegnargli a pescare». Questo è l’insegnamento in cui crede Noka Theodore Gbola che, nel 2014, ha fondato l’Associazione degli ivoriani di Ravenna e provincia.
Theodore ha un’esperienza di vita importante. A vent’anni lascia la Costa D’avorio e si trasferisce a Londra per studiare. Lì conosce la sua futura moglie che è italiana e nel 1996 viene con lei in Italia.
«Nel 1996, quando sono arrivato a Ravenna, ero l’unico ivoriano. Mi sentivo un pò disorientato, perché Londra è una città enorme e multietnica, dove gran parte degli stranieri non ha problemi d’integrazione. È sufficiente avere i soldi e le persone ti affittano un appartamento senza problemi. Qui invece ho incontrato una realtà più piccola e la gente che conosci ha una mentalità molto diversa. Per trovare una casa non basta avere un lavoro e uno stipendio, c’è ancora diffidenza verso chi proviene da un altro paese».
Tuttavia Theodore non si scoraggia e comincia a maturare il desiderio di aiutare chi ha deciso di emigrare.
«Nei mesi successivi al mio arrivo in Italia, il flusso di persone provenienti dalla Costa d’Avorio ha cominciato a crescere e così ho deciso di andare nelle strutture di accoglienza per dare una mano agli ivoriani che si trovavano lì, fornire consigli su come ambientarsi, trovare una casa e un’occupazione. Ho trasmesso le esperienze provate sulla mia pelle».
Theodore insegna «a pescare», perché si rende conto di quanto sia importante fornire a uno straniero gli strumenti per diventare indipendente e sapersi districare nelle vicissitudini della sua vita futura.
«Molti sono giovani, tra i 18 e i 35 anni, maschi e femmine, hanno bisogno di informazioni per capire come gestire la loro nuova condizione. Per loro è molto utile avere una rete di persone che possano aiutarli nella quotidianità e fornire un supporto, anche a livello legislativo».
Durante l’anno Theodore organizza serate di danza tipiche del suo paese e cene dove si mangia africano. Questi momenti di condivisione aiutano gli ivoriani a restare uniti, a rafforzare i legami, a formare gruppi d’amicizie dove le persone dialogano, si scambiano consigli e passano momenti di svago.
Dal 3 al 5 giugno l’Associazione degli ivoriani a Ravenna sarà presente al Festival delle Culture con uno stand gastronomico dove si potranno gustare i piatti tipici della Costa d’Avorio.
L’impegno sociale di Theodore si è mantenuto nel corso degli anni e, se durante il giorno lavora per una azienda farmaceutica, nel tempo libero si dedica a fare crescere la sua associazione.
«Vorrei realizzare un progetto di aiuti per gli ospedali africani. Magari spedire macchinari sanitari che qui sono considerati obsoleti, là, nella mia città, sarebbero molto utili. Mi piacerebbe anche fornire computer nelle scuole e permettere ai ragazzi di studiare informatica. Vedo che qui, in certi settori, c’è molto spreco, si smettono di utilizzare apparecchi ancora funzionanti».
Theodore ha anche un altro sogno nel cassetto: realizzare un piano edilizio per la costruzione di appartamenti in Costa d’Avorio, un programma rivolto alle persone che, magari, una volta raggiunta la pensione, vogliono tornare a casa.
Del suo paese gli mancano gli amici, la mamma, l’ospitalità e la forte solidarietà che c’è tra le persone. La sua associazione ha anche questo scopo: stare vicini e ricongiungersi con la propria cultura, perché a volte la nostalgia dell’Africa si fa sentire.