Stefano Massini incanta il pubblico del Festival: «Il caporalato? Il far west»

Stefano Massini all’Almagià

«Il caporalato è il far west. Se ti fai male, non ti conosco. Se a raccogliere i pomodori il sole è a picco, non ti ho mai visto. Ma non si tratta di una logica vittima-carnefice, bensì di qualcosa che rompe lo schematismo buono-cattivo. Perché a supportare il carnefice c’è un tarlo, quello che legittima, accarezza e rilancia il caporalato: è quel tarlo che ci fa dire che nel lavoro ci sono troppe regole e quindi, che non le rispetta, lo fa, paradossalmente, a causa delle regole stesse». Lo scrittore Stefano Massini ha incantato il pubblico del Festival delle Culture 2022, ieri sera all’Almagià, con un bellissimo monologo sul lavoro: «Noi pensiamo che il caporalato riguardi solo l’immigrato e che quindi non ci debba interessare. Intanto non capisco perché, anche riguardasse solo gli stranieri, non dovrebbe riguardarci: è un ragionamento di una inammissibilità macroscopica, che fa aprire delle crepe nel terreno che abbiamo sotto i piedi. Ci sono, davvero, meccanismi mentali obbrobriosi per cui se l’immigrato è irregolare, il caporalato quasi se lo merita. Ma a parte tutto, l’assenza di regole sul lavoro, quel sistema della sottopaga e del “se muori tocca dirlo, se non muori vai in ospedale e inventa qualcosa”, beh, riguarda anche gli italiani, eccome se li riguarda».