C’è anche Romania Mare, in questi giorni, al Festival delle Culture di Ravenna. Incontriamo la presidente Olimpia Atanasiu per scoprire com’è nata l’associazione che si occupa anche delle donne che troviamo spesso nelle nostre case, ma senza sapere le loro storie, le difficoltà che hanno avuto per arrivare in Italia e inserirsi nel mondo del lavoro. Romania Mare è infatti composta da badanti e creata sia per fornire un servizio agli utenti finali, un punto di contatto, sia per tutelare le stesse donne che offrono il loro servizio in Italia.
«L’associazione è nata, si può dire, quasi spontaneamente – spiega Atanasiu -. Era evidente la presenza di un bisogno e noi abbiamo dato una risposta, abbiamo trovato una soluzione. Abbiamo notato infatti che le donne straniere, quelle che facevano assistenza agli anziani, non avevano un luogo dove incontrarsi. Nel corso degli anni, poco a poco abbiamo cercato di essere presenti dove c’era bisogno e dove potevamo dare una mano, anche a far conoscere la nostra cultura, le nostre bellissime tradizioni, ma senza mai dimenticare la principale missione ovvero sostenere le donne che, lontano dai loro affetti, soffrivano e soffrono tremendamente».
Chiaramente, sostiene la presidente, serve anche una risposta istituzionale : «Sicuramente l’intervento della pubblica amministrazione ha un’importanza fondamentale nell’inserimento degli immigrati, vale anche per l’utenza di cui ci occupiamo noi. Per le donne, lo sappiamo bene, le difficoltà sono maggiori che per gli uomini. Servirebbero una giusta paga, un trattamento adeguato a livello morale e concreto. Le criticità sono tante. Non dobbiamo dimenticare che lavorare con delle persone anziane o disabili ventiquattr’ore su ventiquattro è molto duro. Occorre cercare di capire, anche con grosse difficoltà per la lingua diversa, chi era prima quella persona, per poter soddisfare tutte le sue richieste e le sue necessità».