Hanno perso a volte le loro case, a volte i loro figli, a volte le loro mogli. Non hanno da bere, da mangiare, soffrono il freddo. Sono i migranti in fuga, non importa se da guerre, persecuzioni o carestie. Nawal Soufi li incontra ogni giorno sulle rotte migratorie e alle frontiere, dove si batte con anima e corpo, come attivista per i diritti umani, per far mantenere a chi fugge un minimo di dignità. Ieri sera, al Festival delle Culture di Ravenna, ha incantato il pubblico con i suoi racconti intrisi di vita, di dolore e anche di speranza. Perché chi lascia tutto ha un sogno. E quel sogno non va distrutto. «Vi posso garantire – ha detto – che chi dorme nelle foreste mentre cerca di raggiungere l’Europa, riesce a dormire sognando. Ma a volte, mentre dorme, muore».
Qui sotto un’immagine di Luca Gambi durante il dibattito al quale Nawal Soufi ha partecipato insieme ad Asmae Dachan e Giuliano Battiston. La serata è stata presentata da Luciano Scalettari.
