Mondinsieme, Cipressi: «Avere una cultura d’origine è un valore aggiunto»

Mario Cipressi

Il Centro Interculturale Mondinsieme, tra i protagonisti della nuova edizione del Festival delle Culture (domattina all’Almagià sarà uno dei protagonisti di un confronto sulle buone prassi), nasce come progetto del Comune di Reggio Emilia nei primi anni 2000 e diventa Fondazione nel 2010 con un proprio statuto e con uno staff di sette dipendenti, appartenenti  a diverse nazionalità, che cercano di promuovere ogni giorno il dialogo interculturale ed interreligioso, della cittadinanza attiva e del costante scambio e incontro tra persone di diverse origini, organizzate in associazioni, oltre che tra enti e istituzioni locali, nazionali ed internazionali.

«Il nostro centro – spiega il direttore Mario Cipressi – lavora costruendo percorsi di inclusione e di responsabilizzazione reciproca, nella convinzione che la conoscenza e il “fare insieme”, oltre a prevenire situazioni di emarginazione culturale e la formazione di radicalismi identitari, consentano l’evoluzione di una cittadinanza interculturale, in grado di riconoscere il diversity advantage nei suoi diversi ambiti. Mondinsieme si concepisce quindi quale laboratorio di pratiche interculturali, spazio di cittadinanza attiva e promotore di reti solidali. Per questi motivi, in sinergia con l’amministrazione comunale, abbiamo realizzato il piano di azioni strategiche nell’ambito delle politiche interculturali “Ditutti”. Obiettivo del piano è rafforzare l’impegno sul tema dei diritti, del riconoscimento delle culture, della cittadinanza e della convivenza civile tra persone di provenienze differenti con una serie di iniziative e strategie in ambiti diversi».


Le parole chiave di questo programma di azioni sono: cittadinanza, creatività, conoscenza, cultura, dialogo e intercultura. «Sono parole concrete – sottolinea il direttore – che sottendono un impegno comune e un dialogo costante tra la realtà sociale, culturale, educativa ed economica di Reggio Emilia (associazioni, istituzioni, scuole e imprese). Il programma Ditutti si articola in cinque macroambiti, ognuno dei quali si sviluppa in una serie di obiettivi, azioni e progetti che l’amministrazione intende realizzare nel corso del mandato. Si affrontano i temi della cura del multilinguismo, della diversità, del dialogo tra le religioni e della tutela dei luoghi di culto. E poi anche della partecipazione interculturale democratica attraverso il concetto di cittadinanza e così di valorizzazione di feste, usanze e tradizioni che spesso non sono soltanto tipiche della cultura italiana. Ad esempio, quello della “liberazione” è un tema che appartiene a tantissime altre culture».

A Reggio Emilia il background migratorio è del 18/19%, con la presenza ormai di cittadini di terza e seconda generazione, oltre che delle nuove: «Parliamo di nonni, padri e figli e quindi di un’evoluzione sul piano delle pratiche italiane e cittadine, perché queste persone sono ormai in grado di dare il proprio contributo al loro Paese d’origine e a quello in cui vivono e diventano veri e propri “ponti” tra culture. Ad oggi sono in aumento le migrazioni dall’Africa, in particolare dal Bangladesh. Con il lavoro di Mondisieme cerchiamo di trasmettere, soprattutto ai giovani stranieri, quanto sia importante e utile per loro conoscere due lingue, quella di origine e quella italiana, in vista anche delle future opportunità lavorative e di crescita. Purtroppo, si prova ancora una sorta di vergogna verso la propria cultura di appartenenza, quasi a volerla nascondere, reprimere. Ecco la nostra fondazione vuole valorizzare l’interculturalità e comunicare a questi ragazzi che si tratta di un valore aggiunto e non va vissuta come “handicap”. Appartenere a due culture è un punto di forza, genera movimento e flessibilità di adattamento al lavoro. Un altro tema importante sono i diritti. L’Italia come molti altri Paesi è ancora indietro nelle politiche sulle pari opportunità. Per questo è molto importante unire le forze e condividere un programma comune anche con le altre fondazioni e associazioni del territorio per “fare rete”, insieme alle istituzioni pubbliche. Fortunatamente la nostra Regione è dotata di un tavolo di coordinamento, che alimenta tra le realtà associative un confronto sano e così uno scambio di idee molto proficuo».


Oggi, il tema più caldo su cui il Centro sta lavorando, è quello della cittadinanza, «perché per uno straniero che vive da tanti anni nel nostro Paese è ancora molto difficile poterla ottenere per via di una normativa sbagliata». Per Cipressi, un’altra cosa importante è dare a queste persone la possibilità di professare il loro culto in libertà, senza doverlo fare di nascosto: «A Reggio, ad esempio, ci sono 36 luoghi di culto, è fondamentale per la vita associativa e per l’integrazione nella comunità che anche gli stranieri abbiamo maggiori spazi aggregativi».