L’arte dei massaggi, Saipan Jintana: «Oggi più apertura verso il mio lavoro»

Saipan Jintana è la titolare di Thai Massage e vive a Ravenna ormai da 10 anni. È riuscita con pazienza e determinazione a trasmettere la sua professione, quella di massaggiatrice legata alla cultura thailandese, anche nella nostra città, inizialmente ostica e poco aperta a questa pratica. Oggi si dice soddisfatta: da un piccolo locale con pochi clienti è riuscita negli anni ad avviare un’attività molto più grande, che conta oggi un centro massaggi, estetico e una spa.

Saipan, perché si è trasferita a Ravenna?
«Ho lasciato Bangkok per amore, quando 11 anni fa conobbi mio marito tramite alcuni amici in comune. Lui è ravennate. Non c’eravamo mai visti di persona, solo con videochiamate e su Skype. I primi cinque mesi siamo andati avanti così: tante telefonate e messaggi.  Dopo è venuto a trovarmi: sarebbe dovuto restare in città per pochi giorni e alla fine si è fermato per un mese. Ci siamo innamorati. A Bangkok gestivo un centro massaggi tutto mio e qualche volta lavoravo anche in un resort della città. Quando mio marito è tornato in Italia da lì a 6 mesi ci siamo sposati. Eravamo entrambi separati, lui senza figli, io ne ho due ormai grandi. Ho lasciato tutto: il mio lavoro e anche la mia famiglia. I miei figli, infatti, dopo qualche mese trascorso in Italia, tornarono a Bangkok. Quindi sì, la mia scelta di trasferirmi a Ravenna è stata fatta solo per amore. In Italia ho ricominciato da zero».
Ha avuto difficoltà a inserirsi in città? E il suo rapporto con la lingua italiana?
«Sì, diciamo che all’inizio non è stato facile. Non parlavo l’italiano, solo un po’ di inglese. Inoltre il mio lavoro non era ben visto, considerato quasi inutile. Nessuno mi assumeva. A Ravenna ma oserei direi in Italia in generale, la cultura dei massaggi non era ancora diffusa. Così mi sono messa in proprio. Inizialmente è stato un lancio nel vuoto, ma fortunatamente con il tempo le cose sono cambiate. Tuttavia, capitava non di rado, che qualcuno in negozio chiedesse prestazioni sessuali. C’è voluta molta pazienza e tanto coraggio per andare avanti e scardinare questi pregiudizi. Oggi fortunatamente non succede più e i clienti sono aumentati. Da una piccola stanza, siamo passati a tre locali molto grandi: un centro massaggi, spa ed estetico. Per quanto riguarda la lingua, diciamo che il mio italiano è migliorato grazie all’aiuto di mio marito e delle mie dipendenti, che sono quasi tutte thailandesi, ma vivono in Italia da quando erano piccole. Mi esercito a parlarlo a casa e nel lavoro, non ho mai seguito corsi».

Ritorna spesso in Thailandia? Quali progetti ha in cantiere?
«Non ritorno a casa da due anni a causa della pandemia. Di solito vado almeno una volta all’anno e resto a Bangkok per un mese. Lì mi dedico interamente a mia madre e ai miei figli, che mi mancano tantissimo. Ogni sera, mi inginocchio e prego per loro. Sui progetti in ballo, ci piacerebbe aprire un nuovo centro anche a Rimini, ma il percorso è ancora lungo. Al momento è solo un’idea».