Il futuro di Agevolando: «Più tutele legislative per gli ex minori stranieri non accompagnati e sempre più formazione»

Gli alchimisti non sono estinti. Esistono ancora. Sono figure capaci di elaborare, trasformare i lori vissuti dolorosi e da questo terreno impervio fare nascere cose belle. Federico Zullo è uno di loro. La sua storia è quella di un bambino che viene allontanato da una situazione familiare problematica e trasferito in una comunità per minori. Dopo avere raggiunto la maggiore età, va a Ferrara per studiare Scienze dell’Educazione. Diventa educatore professionale e inizia a lavorare in una comunità. Sulla sua pelle porta i segni dell’incertezza che accompagna i ragazzi cresciuti fuori dalla famiglia d’origine, ma desiderosi di costruirsi un futuro. Sente che deve fare qualcosa per loro.

Federico, quando e come nasce Agevolando ?

«Agevolando nasce nel 2010 quando sono andato a Bologna per partecipare a un convegno internazionale sui ragazzi che avevano una storia simile alla mia. Lì ho conosciuto persone che, come me, erano desiderose  di sensibilizzare in merito a questa tematica, perché, quando arrivi a 18 anni ed esci dalla comunità che ti ha accolto, sei spaesato, insicuro e dubbioso. Se non hai legami familiari, ti mancano punti di riferimento importanti per diventare un adulto sicuro e consapevole delle proprie scelte».

Qual è la particolarità di Agevolando?

«L’elemento che rende Agevolando un’unica nel suo genere sono i Care Leaver, ovvero ragazzi/e cresciuti in case famiglia, comunità, contesti d’affido e desiderosi di aiutare altri ragazzi che si trovano nelle stesse condizioni, per costruire assieme un percorso di stabilità emotiva, autonomia e indipendenza. Infatti, sono tante le problematiche che questi giovani devono affrontare raggiunta la maggiore età ed è importante dare loro dei punti di riferimento. Il Care leavers network è la prima rete che crea un legame di questo tipo, mettendo in contatto chi vive o ha vissuto in situazioni di accoglienza e chi è appena uscito da questa esperienza. Sviluppatosi per la prima volta in Emilia Romagna nel 2014, adesso è attivo in altre 8 regioni e si è diffuso anche in Europa».

I Care Leaver come si sono mossi in Italia e cosa hanno fatto in questi anni?

«Nel 2017 i Care leaver organizzano in Parlamento una conferenza dove viene presentata la richiesta di “accompagnamento all’autonomia” per ragazzi che stanno vivendo quello che hanno vissuto loro. Le richieste riguardano sostegno per trovare una casa, un lavoro e tutti i bisogni tipici della loro età. Il risultato è stato quello di ottenere l’approvazione di una legge che garantisce in forma sperimentale degli interventi d’accompagnamento all’autonomia per giovani cresciuti fuori famiglia e che hanno un’età compresa tra i 18 e 21 anni, con fondi stanziati appositamente per loro in tutte le regioni d’Italia. Questo dimostra che il coinvolgimento diretto di persone con esperienze autentiche può incidere su quello che si raggiunge. I Care Leaver sono riusciti a dare voce a chi prima non l’aveva, a livello politico questi ragazzi non erano mai stati considerati e ciò che abbiamo ottenuto è un risultato importantissimo».

Quali sono le difficoltà che deve affrontare un’associazione come Agevolando?

«Agevolando collabora con vari enti come servizi sociali, comuni, università, comunità , ASL e case famiglia. Al suo interno ci sono figure professionali che devono essere pagate, ma spesso i tempi per ottenere i finanziamenti sono molto lunghi e siamo in difficoltà nel sostenere i costi strutturali. Questo è senza dubbio l’aspetto più critico e con cui dobbiamo fare i conti ogni giorno».

Per il 2024, che cosa avete in cantiere?

«Stiamo lavorando attivamente per promuovere la sezione formativa di Agevolando, ovvero, sviluppare corsi di formazione per operatori che lavorano già con noi o per persone che vogliono entrare a lavorare in quest’ambito. Invece, a livello legislativo, ci muoviamo per includere all’interno della legge promossa nel 2017 anche i minori stranieri non accompagnati, perché purtroppo al momento non sono ancora inclusi e vogliamo ottenere per loro questo diritto».