Il diritto alla casa, Fall Lampe: «Non posso nemmeno mandare mio figlio all’asilo»

Fall Lampe ha 16 anni, nel 2009, quando arriva in Italia dal Senegal e viene accolto da una delle tre comunità per minori stranieri non accompagnati della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo di Ravenna.

 Nel suo percorso di integrazione , il giovane Lampe inizia il corso di formazione in idraulica e riesce ad ottenere il permesso di soggiorno. Una volta maggiorenne e diplomato, inizia a riscontrare difficoltà nel suo percorso da adulto autonomo: fatica a trovare lavoro ma la tenacia è una caratteristica che lo contraddistingue, per cui continua a cercare fino ad ottenere dei contratti a chiamata. Dopo tre anni di esperienze nello stesso ambito lavorativo ma per conto di diverse aziende, Lampe ottiene il contratto a tempo indeterminato

Prima di sistemarsi con il lavoro e, di conseguenza, anche a livello economico, Lampe si era visto scivolare fra le mani moltissime opportunità di prendere in affitto un appartamento, perché puntualmente gli veniva richiesto il contratto a tempo indeterminato. Ma quando finalmente lo ottiene, inizia a notare che la situazione non cambia. Il bisogno di reperire un alloggio e di prendere la residenza a Ravenna è forte, ma ogni volta che contatta le agenzie e i numeri privati dei proprietari, la reazione è quasi sempre la stessa:  «Abbiamo già affittato la casa». Lampe inizia a insospettirsi e a credere che il problema, forse, inizia da quando dall’altra parte del telefono sentono il suo accento: «Allora ho deciso di fare delle chiamate “test” con alcuni miei amici italiani. E gli stessi proprietari che mi avevano appena detto di aver già affittato l’appartamento per cui li avevo contattati , a loro davano disponibilità per una visita della casa».

Le volte un cui Lampe era più fortunato perché la conversazione andava oltre il suo accento da straniero e perché guadagnava punti grazie al contratto indeterminato, un altro stop: «Appena dicevo che ero diventato papà di un bambino, che adesso ha quattro anni, scattava l’ ulteriore motivo di rifiuto: bando ai condomini con bambini rumorosi».

Oggi Lampe alloggia in una camera che prende in affitto da amici, una camera in cui non ha la residenza. Suo figlio è a casa dei genitori della madre a Molinella, dove l’unica opzione possibile, in assenza della residenza che darebbe accesso ai servizi per l’infanzia statali o comunali, è una scuolina privata che la famiglia non può permettersi: «Se io avessi una casa e la residenza a Ravenna, il mio bambino potrebbe andare a scuola come tutti gli altri».