Gianluca Gabrielli insegna in una classe di una scuola primaria di Bologna dove 18 alunni su 22 sono stranieri. Un realtà che pone gli insegnanti in una condizione costante di sperimentazione, per «prove ed errori». Il maestro di matematica è stato oggi alla Casa delle Culture di Ravenna per la giornata «Paesaggi interculturali nella terra di mezzo», che è anche il titolo del libro curato con Adel Jabbar e Giusy Diquattro.
In questa pillola video ci parla di come l’Italia, e quindi anche la scuola italiana, non abbiano mai fatto i conti con il passato coloniale del Paese. Ma anche di come la scuola debba scardinare la propria rigida macchina, imparando a valorizzare gli altri e le loro culture, perché diventino davvero arricchimento. Secondo Gabrielli, il graduale ingresso di insegnanti con background migratorio nella scuola cambierà, poco a poco, punti di vista e approcci.
Nell’intervista, ci racconta anche un piccolo esperimento da fare con i bambini, per fare capire che a seconda dei punti di vista e dei panni nei quali ci si cala, gli assetti cambiano. Cosa succede, per esempio, se un maestro dice i numeri in urdu, albanese, bangla? Che è impacciato, pronuncia male. E tutti iniziano a ridere.