«Quando sono tornata a sciare, dopo tre anni di stop, ho pensato a tante cose: alle ragazze del mio Paese, alle quali viene impedito di fare sport, ma anche al fatto che se l’Afghanistan non avesse i problemi che ha, io magari avrei potuto avere accesso alle Olimpiadi. Ho pensato anche alla mia migliore amica, scomparsa due anni fa, che non potendo sciare perché la famiglia glielo proibiva, spronava me a farlo».
Fariba Ahmadi, 19 anni, viene da Bamiyan, una città dell’Afghanistan centrale situata a 130 chilometri da Kabul. Accolta nel progetto Sai del Comune di Ravenna gestito dalla Cooperativa sociale Cidas, due settimane fa è potuta tornare sulla neve, raggiungendo Plan de Corones, nelle Dolomiti, unendosi al team Kronplatz Racing Center e partecipando alle gare di slalom organizzate dalla Federazione internazionale sci e snowboard.
«Un’emozione bellissima – ci racconta – per una ragazza come me che ama la velocità e la neve. Ho scoperto lo sci da ragazzina, grazie a mia sorella che lo praticava nello ski club della nostra città. Mi è bastato assistere a una sua gara per innamorarmi di questo sport, che ho potuto portare avanti solo grazie alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuta. In Afganistan, alle donne, sono proibite molte cose, basti pensare che a scuola, su 50 ragazze, solo sei o sette facevano sport».
Sciatrice promettente e già avvezza alla carriera in nazionale, prima di essere una rifugiata in Italia Fariba aveva già viaggiato parecchio, per allenarsi, gareggiare o andare a vedere gare: «Sono stata in Pakistan, in Russia, in Finlandia e in Austria. Poi la crisi del mio Paese e la fuga in Italia, che mi hanno fermata. Quando, a fine marzo, in Alto Adige ho incontrato atleti da tutto il mondo, è stato un po’ come ripartire. Avevo paura, del resto era ferma da tanto tempo e mi dovevo confrontare con sciatori di alto livello. Ma la motivazione non mi è mancata».
Fariba deve molto ai suoi maestri, l’afghano Ali Sha e la slovena Anna: «Li ho rivisti dopo tre anni, è stato un momento importante. Sono felice anche che la Federazione italiana sci e snowboard mi abbia potuta conoscere e riconoscere. A Ravenna sto studiando per diventare parrucchiera. Ma davvero, vorrei poter riprendere a sciare appena è possibile. Nella mia lingua, il persiano, c’è una frase in cui credo molto: che se non lavori, se non ti impegni, se stai fermo, non succederà niente di buono nella tua vita».