Fami Sestante, a Ravenna un nuovo progetto per migliorare le vite dei migranti

Riunito dal Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa il Consiglio Territoriale dell’Immigrazione, al quale partecipano tutti gli Enti e le Associazioni che si occupano sul territorio di accoglienza, integrazione e gestione del fenomeno migratorio per un focus condiviso e coordinato sulle principali problematiche nell’ambito del territorio ravennate. Nel corso dell’incontro è stato presentato il Progetto “FAMI SESTANTE. RA Servizi per integrazione qualificazione e know”. Il progetto in questione, di cui è Capofila la Prefettura di Ravenna in partnership con il Comune di Ravenna, l’AUSL Romagna, l’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Giuridiche e l’Associazione MondoDonna ONLUS, ha lo scopo di rafforzare gli uffici e gli sportelli immigrazione di Comune e Prefettura in un’ottica di efficientamento e miglioramento della qualità dei servizi offerti ai migranti presenti nella Provincia. Il progetto finanziato dal fondo FAMI (Fondo Asilo, Migrazione, Integrazione) dell’Unione Europea e del Ministero dell’Interno per un totale di 485.000,00 euro è stato avviato di recente e avrà durata di diciotto mesi. Attraverso questa progettualità, si vuole rafforzare la rete dei servizi territoriali competenti, complementari tra loro e integrati, per attuare piani di intervento efficaci, efficienti e rapidi in situazioni straordinarie, dando anche continuità alle attività ordinarie grazie all’apporto di personale qualificato ed esperto sulle complesse e sfaccettate tematiche che riguardano i migranti, mettendo a sistema le procedure operative di raccordo tra gli sportelli territoriali rivolti ai cittadini migranti in un’ottica one-stop-shop. Il progetto prevede anche l’organizzazione di specifici percorsi formativi destinati agli operatori e di una Winter School a cura dell’Università di Bologna- Dipartimento di Scienze Giuridiche e del Comune di Ravenna in materia di contrasto allo sfruttamento lavorativo e l’individuazione di una specifica struttura in cui verrà avviato una sperimentazione di un housing sociale destinato ai migranti con vulnerabilità specifiche, in raccordo con l’ONLUS MondoDonna, l’AUSL Romagna e il Comune di Ravenna, che formeranno una equipe multidisciplinare per la gestione di tale servizio.

Lo scopo ultimo dell’intervento progettuale è il rafforzamento degli strumenti di governance territoriale del sistema multilivello che si trova ogni giorno ad affrontare le criticità di un fenomeno estremamente complesso che deve essere affrontato da tutti gli attori pubblici e privati, a vario titolo coinvolti in un’ottica di collaborazione multisistema che trova nel Consiglio Territoriale dell’Immigrazione costituito in Prefettura il fulcro di coordinamento istituzionale e operativo. La provincia di Ravenna ospita 29.790 cittadini di Paesi terzi, su una popolazione totale di 385.631 residenti. Il territorio ha registrato un forte aumento di migranti, inclusi richiedenti asilo, minori stranieri non accompagnati e vittime di tratta e sfruttamento e Ravenna, dal 31 dicembre 2022, è “Porto Sicuro” per lo sbarco di navi di soccorso e finora la Prefettura ha coordinato 14 operazioni di sbarco e accoglienza di migranti giunti con le navi ONG. Nell’ottica di riorganizzazione e coordinamento della governance del fenomeno è stato condiviso di rimodulare l’attività del Consiglio Territoriale dell’Immigrazione in sotto-tavoli tematici in cui verranno specificatamente affrontate le problematiche e le relative necessità del territorio in base agli argomenti che saranno posti all’attenzione dell’organismo che il Prefetto ha voluto rilanciare. “Il progetto FAMI Sestante – ha dichiarato De Rosa- consentirà di attuare importanti azioni in collaborazione con tutti gli attori del sistema di accoglienza per consentire di creare una realtà provinciale più inclusiva e pronta a fare fronte alle criticità e ai bisogni strettamente legati al fenomeno degli attuali flussi migratori territoriali. Per rendere possibile ciò è fondamentale un costante confronto e supporto tra tutti gli Enti competenti, al fine di creare un’azione sinergica che trovi nel Consiglio Territoriale il luogo di ideazione e di concretizzazione di strategie e attività che consentano di creare una società sempre più inclusiva, dove gli stranieri che arrivano nel nostro Paese possano sentirsi davvero parte integrante e trovare opportunità per valorizzare le proprie capacità e competenze”. Un’azione mirata in tale direzione può essere anche decisiva sull’ordine e la sicurezza pubblica per limitare le fasce di marginalità urbana ed evitare che gli stranieri presenti sul territorio possano diventare manovalanza per la criminalità comune e organizzata.