«A un certo punto ho pensato che forse avrei dovuto lasciare gli studi e arruolarmi in difesa del mio Paese. Ma poi ho capito che anche dalla Lituania, dove sto facendo un dottorato di ricerca, avrei potuto fare un servizio all’Ucraina. Da volontario, in questi giorni gestisco le evacuazioni di molti civili».
Dmytro Mamaiev, 24 anni, ha vissuto anche a Ravenna, dove ha preso la laurea magistrale. Originario del Donbass, da cui è andato via nell’estate del 2014 per andare a studiare nell’Ucraina occidentale, non avrebbe mai pensato si arrivasse all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: «Sono giovane ma ho già visto il mio Paese due volte in guerra. Non se ne parla mai ma in Donbass il conflitto era iniziato otto anni fa».

La famiglia di Dmytro ha deciso, per vari motivi, di non scappare: «Le mie nonne sono anziane, per loro la fuga sarebbe stata insostenibile. Per fortuna nella zona di casa mia, dal punto di vista militare, le cose sono abbastanza tranquille. Il disastro è dal punto di vista economico e politico, il territorio non è controllato dal Governo. Io mando puntualmente soldi e beni materiali ai miei genitori». Dmytro ha amici e conoscenti anche in altre città ucraine, tra cui Kyiv e Kharkhiv: «Sono sempre lì col pensiero, cerco di fare del mio meglio da qui per stare vicino al mio popolo».
Quanto alle previsioni, è difficile sbilanciarsi: «Mi sono fatto l’idea che la guerra vera e propria possa durare al massimo un altro mese. Certo è che le mire geopolitiche della Russia non termineranno e ci sarà lo stesso un interesse a mantenere instabilità, magari in altre zone. Intanto il mio Paese è distrutto, bisognerà ricostruire».