«Con i Kola Beat viaggio nella musica africana e ritrovo le mie radici»

»Africa Ohhh, Africa Ehhh è il ritornello della canzone di Salif Keita che mi piace di più cantare». Ariane Salimata Diakite, voce del gruppo Kola Beat Band, si esibirà l’11 febbraio al Teatro Socjale di Piangipane, a pochi chilometri da Ravenna.

E lei l’Africa ce l’ha davvero nel cuore e nelle vene, come la musica. Infatti, un mélange culturale si intreccia nella sua identità “mista” che esprime attraverso il canto. Ariane, il cui accento è romagnolo, nasce a Palermo da padre originario del Mali e madre proveniente dalla Costa d’Avorio, poi si trasferisce a Forlì per motivi lavorativi del papà.

Fin da piccola adora la musica, suo padre le fa ascoltare le canzoni di Bob Marley tutti i sabati mattina. «Cantavo sempre e organizzavo concerti per i miei pupazzi», dice allegramente.

Ariane Diakite Salimata

«Sono cresciuta in Italia e sia da bambina che nell’adolescenza ho frequentato poche persone provenienti da altri Paesi, specie africani. I miei genitori, entrambi mussulmani, erano molto tolleranti, mi facevano andare in chiesa e anche lì cantavo. Ho fatto la scuola dalle suore. Questo dualismo religioso mi ha sempre accompagnata. Poi a 18 anni ho capito che in me c’era qualcosa che non andava. Non ero completa, mi sembrava di essere divisa tra l’Africa e l’Italia, avevo bisogno di riconciliarmi con le miei origini. Così ho fatto un viaggio in Costa d’Avorio». Ariane definisce questa esperienza con il termine di shock culturale: «Mi sentivo bianca in mezzo ai neri, anche se avevo la pelle scura. C’è voluto un pò di tempo, ma poi mi sono sentita a casa e ho fatto pace con me stessa».

I Kola Beat Band

Ormai adulta, Ariane decide di studiare canto per dare un senso alla sua vita e approfondire la passione per la musica. Passa poco tempo e inizia a cantare come professionista in francese, inglese e joula, che è un dialetto maliano. Fa una rapida carriera e canta per quattro anni anche nella band di Laura Pausini.

Durante il lockdown, mentre si prende un pò di tempo per se stessa, viene contattata da due percussionisti che le chiedono di fondare un gruppo di musica afro che si chiamerà Kola Beat Band: «Il nome è significativo, perché il kola è un seme energetico che in Africa viene regalato agli ospiti». Energia pura, ospitalità e apertura sono i messaggi di questo gruppo che, cantando i colori, gli odori, i sapori e le tradizioni dell’Africa, emoziona le persone: «Mi piace cantare l’Africa perché è un continente dove la gente affronta la vita con grande forza e dignità, senza mai arrendersi o perdere il sorriso».

Al concerto dell’11 febbraio sarà presentato il primo inedito che la band andrà a registrare a Stoccarda. Infatti Ariane, oltre che cantante, è anche autrice ed è contenta di questo traguardo: «La musica mi permette di esprimere il meglio di me, le mie emozioni e quando canto sono me stessa, mi ricongiungo con le mie origini. Spero che, sentendoci cantare e suonare, le persone trascorrano serate spensierate, dimenticando i problemi e condividendo momenti di allegria. Credo nel forte potere unificante della musica. Adoro vedere la gioia negli occhi del pubblico».

Mentre parla, Ariane è felice: «La mia musica è un viaggio tra Nigeria, Camerun, Mali e altri Paesi africani. Canto l’Africa assieme a sette uomini bianchi, io sono l’unica donna, per lo più nera e questo per me è molto gratificante. Il simbolo del superamento di stereotipi e barriere culturali importanti».

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