Balli africani a ritmo di percussioni, Tumm: «Energia contagiosa»

Tra i protagonisti della prima giornata del Festival delle Culture, il prossimo 3 giugno, troviamo anche le performance di danza dell’associazione Tumm, che propone nel corso di questa nuova edizione diverse iniziative aperte a tutti, come ad esempio il  “Ballet West Afro”, una parata danzante a ritmo di percussioni che il 4 e 5 giugno sfilerà lungo la Darsena. Tumm nasce dalla collaborazione di alcuni artisti e musicisti ravennati e bolognesi, che hanno voluto “mischiare” stili e generi differenti per dare vita ad attività in cui il ritmo delle percussioni accompagna le tipiche danze africane.

Diego “Jegs” Occhiali

“Durante la pandemia, che ha messo fortemente in crisi anche il settore della musica, ho notato che il nostro mondo, quello delle percussioni, aveva alcune carenze, soprattutto nell’organizzazione di network con altri generi, musiche e danze. – spiega Diego Occhiali, tra i soci fondatori di Tumm, che cura anche la gestione della Kola Beat Band -. Da qui, l’idea di “mischiare” balli come il Reggaeton, l’Afrobeat con il ritmo delle percussioni. Ho visto in questo progetto una prospettiva di crescita anche generazionale, legata alla didattica, alle scuole, ad un apprendimento sicuramente non tradizionale ma utile per i più piccoli. Così è nata Tumm: abbiamo iniziato a Bologna proponendo i primi corsi alla Casa di Quartiere GRAF di San Donato e adesso ci troviamo anche a Ravenna, nella sede di RicreAzione, in via Don Carlo Sala”.

Diego “Jegs” Doha (percussioni)

A Bologna viene proposto un corso di Roda de Samba con Marco Catinaccio, insegnante di samba molto conosciuto in Italia, a Ravenna si è partiti con un corso di Afrobeat tenuto da Telvin Puccianti e uno di danza West Africa (danza africana tradizionale a ritmo di percussioni live) con Alseny Bangoura. “Da marzo 2021 ad oggi, – prosegue Diego – Tumm conta già 60 iscritti. Siamo molto soddisfatti di questo risultato, nelle persone c’è tanta curiosità e voglia di scoprire le nostre attività, che giovano al corpo ma soprattutto alla mente. Tumm, oltre a proporre performance che ruotano attorno al mondo del ritmo, si dedica anche all’organizzazione di eventi. Ad esempio, siamo nella direzione artistica delle tre serate del Festival delle Culture dove, oltre a proporre le esibizioni dei nostri corsi, il 4 e 5 giugno sfileremo lungo la Darsena a suon di percussioni con West Africa per cercare di portare quante più persone all’Almagia, dove sono in programma gli eventi serali”.

Telvin Puccianti (afrobeat)

Queste danze a ritmo di percussioni, trasmettono a chi le pratica “un’energia positiva molto contagiosa – ci spiega Diego -. In un momento storico così instabile e traballante, la gente sente il bisogno di ritrovarsi socialmente e di condividere esperienze di benessere insieme agli altri. I nostri insegnanti lavorano sullo stile e sulla cura della persona, perché questi balli richiedono una forte sinergia tra musicisti e danzatori. Non ci sono copioni da seguire, l’efficacia del ballo sta proprio nel condividere e ascoltarsi in modo profondo. Con questa arte cerchiamo di comunicare un valore di sostenibilità sociale e di conseguenza anche ambientale, perché riteniamo che per essere sostenibili in qualsiasi altro senso, bisogna partire dal rispetto per il mondo in cui viviamo. I nostri corsi sono aperti a qualsiasi fascia d’età: dai bambini e ragazzi con l’Afrobeat, al West Africa per i più grandi. Sono pensati per chi ha voglia di divertirsi e mantenersi in forma, per chi ama la danza e magari vuole aprirsi a nuovi orizzonti musicali. Le arti antiche, come quella indiana, magrebina, africana, latino-americana, sono piene di sapore e di saggezza. Nonostante abbiano origini semplici, sono in sé molto complesse perché richiedono la capacità di stare bene con se stessi, con il proprio corpo e con quello degli altri. Inoltre, servono a sviluppare capacità che non fanno parte della nostra routine quotidiana, che richiedono tanto impegno e sforzo, perché si applicano metodi differenti”.

Alseny Bangoura (West afro ballet)

Anche il bambino, “catapultato” in mezzo alla realtà del musicista, può sviluppare un apprendimento organico utilissimo e che non toglie nulla a quello accademico, anzi agisce in modo complementare: “Per questo motivo, abbiamo avviato anche una collaborazione con l’Università e le scuole per implementare la didattica tradizionale rivolta agli studenti con laboratori di musicoterapia e danza”.