Corif nasce nel 1992 a Ravenna come cooperativa d’infermieri e fisioterapisti, il cui obiettivo è gestire i servizi sanitari sul territorio ravennate, anche in collaborazione con l’Asl. Il fulcro dell’attività si è sempre incentrato sulle Cra (case residenza per anziani), con l’aggiunta, negli anni, di vari servizi su altri centri, strutture accreditate e private, compresa l’assistenza domiciliare. Nel 2019 Corif è stata assorbita dalla cooperativa Asscor per migliorare l’efficienza gestionale delle 10 Cra dove lavorano 90 infermieri, 15 fisioterapisti e altre figure professionali, per un totale di 650 posti letto. Costante Emaldi, legale rappresentante, racconta come si è sviluppata Corif nel corso degli anni.
Qual’è la realtà lavorativa della Cooperativa?
«La nostra cooperativa è stata tra le prime in Italia a rispondere all’emergenza infermieristica nazionale, mettendo in atto un progetto promosso dal Ministero della Salute e del Lavoro, finalizzato alla ricerca e assunzione di figure professionali straniere. Si può dire che dal 2002 ad oggi abbiamo inserito nel mondo del lavoro circa 200 infermieri di diversa nazionalità e considero questo un importante valore aggiunto sia per il nostro territorio che per i cittadini di Ravenna».
Come vengono selezionate le persone assunte?
«Tutto il personale straniero assunto ha studi pregressi compiuti nel paese d’origine e inerenti alle figure professionali che di volta in volta cerchiamo. La cooperativa Asscor ha contribuito al riconoscimento dei loro titoli presso il Ministero della Salute. Tra i requisiti si richiede anche una conoscenza base della lingua italiana, che poi verrà sviluppata nel tempo durante l’esperienza lavorativa. Credo che siamo riusciti a dare un servizio importante alla nostra provincia, anche perché la nostra nazione è da anni carente di personale infermieristico. Nel 2005 mancavano circa 60.000 infermieri e attualmente questa cifra si può dire che sia rimasta invariata».
Quali sono le nazionalità prevalenti?
«Negli anni compresi tra il 1999 e il 2015 in Corif prevalevano persone straniere provenienti dai paesi dell’Est Europa, come Romania e Polonia. Dal 2010 si è sviluppata una maggiore eterogeneità e oggi possiamo contare 12 nazionalità diverse tra i nostri dipendenti. Infatti, le persone assunte provengono da Albania, Bulgaria, Camerun, India, Italia, Moldavia, Pakistan, Perù, Polonia, Romania, Serbia e Tunisia. In Asscor adesso lavorano 245 Oss, 113 di origine italiana, mentre le restanti sono straniere, per un totale di 30 nazionalità differenti coinvolte».
Ci sono delle criticità che avete individuato negli anni e su cui lavorate?
«Non è sempre facile riuscire a gestire un gruppo di dipendenti così eterogeneo, anche perché non tutte le persone hanno lo stesso approccio al lavoro e la stessa identica preparazione, ma questo succede anche tra le persone di uguale nazionalità. Noi cerchiamo sempre di ottimizzare la nostra organizzazione attraverso una grande attenzione verso il personale e un’adeguata formazione, in più, forniamo anche un supporto di mediazione culturale e psicologica. Infatti, per migliorare il clima di lavoro abbiamo inserito uno psicologo, che è sempre a disposizione dei nostri lavoratori, dei pazienti e dei loro familiari. Periodicamente organizziamo corsi volti all’integrazione, con l’intento di agevolare i rapporti tra i lavoratori. Credo che una cura della comunicazione tra le persone porti sempre a un miglioramento del servizio offerto in termini di qualità, sia per il nostro personale interno che per i nostri utenti».