Afghanistan, Ravenna pronta a fare la sua parte

Con Kabul di nuovo nelle mani dei Talebani e l’Afghanistan al centro di una enorme tragedia umanitaria, oltre che delle cronache internazionali, anche l’Italia si è mobilitata per l’accoglienza, sia aprendo i corridoi umanitari che con le manifestazioni di disponibilità arrivate dai sindaci per accogliere i profughi nelle loro comunità. Dialogando con Daniela Poggiali, dirigente dell’Ufficio Politiche per l’immigrazione, cooperazione decentrata e capo area servizi alla cittadinanza del Comune di Ravenna, abbiamo scoperto come si stanno muovendo le istituzioni locali per dare una mano.
Ravenna fa parte dei Comuni che accoglieranno i profughi afghani? Se sì, come si sta preparando per il loro arrivo?
«Il Comune di Ravenna ha da subito comunicato al Ministero dell’interno la propria disponibilità per accogliere dieci nuclei di profughi afghani. La stessa Anci aveva emesso un comunicato per richiamare il ruolo dei Comuni nella gestione di questa emergenza. Ravenna è già titolare di un SAI (Sistema Accoglienza Integrazione, ndr) per minori che comprende circa 60 ragazzi ed anche di un sistema SAI adulti. Ci stiamo preparando, insomma, e avremo bisogno di spazi che sono già stati individuati ma che dovranno essere calibrati rispetto alle caratteristiche di ciascun nucleo in arrivo».
Da qualche mese il Comune ha lanciato l’Albo delle famiglie accoglienti, un progetto che sta avendo riscontri molto positivi. In che modo la “questione afghana” potrà farne parte?
«Prima dell’estate il Comune ha aperto un avviso pubblico per la realizzazione di un Albo delle famiglie accoglienti, un bando che apre la possibilità alle famiglie accoglienti di fare la propria parte a tutela di tutti i cittadini fragili, fra cui sicuramente anche i migranti come i profughi afghani. C’è stata una riunione coordinata dal prefetto di Bologna con tutti i Comuni capoluoghi di provincia ed il Comune di Ravenna ha proposto questo strumento della famiglia accogliente come un elemento d’integrazione, assieme a quello che è il sistema istituzionale del SAI. Le famiglie accoglienti, infatti, possono dare una disposizione limitata nel tempo anche se auspichiamo possano diventare una risorsa del sistema di accoglienza ufficiale».
Ha un appello da fare alla comunità rispetto all’arrivo delle famiglie afghane?
“Credo che in quanto cittadini, dovremmo mettere a disposizione ciò che ci sentiamo di dare. Esistono tanti modi per essere accoglienti e dev’essere una risorsa sicuramente per colui che accogliamo ma anche un’esperienza bella e significativa anche per colui che mette a disposizione il proprio tempo, la propria casa la propria storia ed esperienza. Personalmente, ho fatto l’esperienza dell’accoglienza minori e dell’affido, perciò sottolineo con fermezza che non esistono persone che non abbiano risorse da mettere a disposizione della comunità».
https://famiglieaccoglienti.comune.ra.it/