Accorciare tempi e distanze: «Bisogna vivere la prossimità»

All’interno del percorso Territori Comuni scopriremo nuove pratiche per «abitare la prossimità». Questa l’espressione che compare nel titolo del libro del professore Ezio Manzini e che dà il nome all’incontro gratuito, che si svolgerà giovedì 17 marzo alle 17:30 al Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna.

Ma cosa significa abitare la prossimità? Nel corso dell’evento Ezio Manzini, professore onorario al Politecnico di Milano, e Linda Di Pietro, manager culturale del polo creativo milanese BASE, introdurranno questo concetto dialogando e ragionando su sostenibilità, innovazione sociale, servizi primari e altri temi legati alla prossimità all’interno delle città. Il libro del 2021, edito da Egea, ci invita a ripensare il concetto di agglomerato di abitazioni, sottolineando, a più riprese, che le persone per stare bene e vivere in equilibrio con sé, gli altri e la natura, hanno bisogno della prossimità funzionale, nonché di quella relazionale; è necessario poter raggiungere i servizi quotidiani in pochi minuti, a piedi o usando una bicicletta, e intessere relazioni con gli altri abitanti, senza dover obbligatoriamente percorrere chilometri in auto o sui mezzi pubblici.

Risparmiare tempo e limitare le emissioni per gli spostamenti sono sicuramente due sfide contemporanee. Ezio Manzini, esperto di design per la sostenibilità, ci ricorda che esiste un’alternativa alla logica della città “tutto a/da casa”, ampiamente diffusa nei periodi dei picchi di contagio da Covid-19. La città delle prossimità è pensata per creare comunità di progetto attuali, dove a tenere untiti i componenti non ci sono l’esclusività, le idee politiche e nemmeno un unico credo religioso, bensì un obiettivo comune, che a volte può essere legato al mondo dell’arte; su questo argomento la docente Linda Di Pietro porterà una visione da addetta ai lavori. Di Pietro insegna Progettazione culturale per le città contemporanee presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e si occupa, da lungo tempo, di luoghi cittadini che in origine non erano stati destinati all’arte, ma che, successivamente, sono stati riqualificati per poter accogliere progetti e artisti, creando un legame con la popolazione.

Ezio Manzini

Nel libro «Abitare la prossimità» si trovano anche esempi reali di città europee che si stanno impegnando per aumentare e garantire la diversificazione dei servizi nei quartieri. La città dei 15 minuti è stata al centro della campagna portata avanti da Anne Hidalgo nel 2020, in occasione delle elezioni comunali parigine. La sindaca dedicò parte del suo programma alla costruzione di nuove piste ciclabili, creazione di spazi per il coworking, utilizzo di infrastrutture ed edifici oltre l’orario standard, supporto ai piccoli negozi e altre iniziative volte ad avvicinare gli abitanti ai servizi usati quotidianamente. Anche Barcellona, da più di trent’anni, si sta muovendo in questa direzione, e tra le città italiane, Milano è quella che finora ha investito di più per accorciare le distanze e i tempi di percorrenza. Il libro contiene, inoltre, un saggio sulle piattaforme digitali per le città, scritto da Ivana Pais, professoressa di Sociologia economica all’Università Cattolica di Milano.

Linda Di Pietro

Durante l’incontro di giovedì i temi legati alla prossimità saranno affrontati anche in un’ottica territoriale, fornendo dei collegamenti con l’esperienza ravennate.

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