Da qualche settimana è uscito il nuovo report sulle richieste di asilo in Emilia-Romagna, con dati aggiornati al 2022. Il documento è stato presentato in Regione da Massimo Masetti, vicesindaco e assessore al Welfare del Comune di Casalecchio di Reno, nonché responsabile del Coordinamento Politico sull’Immigrazione di ANCI Emilia-Romagna, e illustra la situazione attuale del nostro territorio, dove emerge un incremento del numero di permessi di soggiorno e, in particolare, delle richieste di protezione speciale.
Massimo Masetti, in Emilia-Romagna i permessi di soggiorno in corso di validità nel 2021 che rientrano nella categoria “Asilo/Umanitari” sono il 3,8% del totale. Secondo lei, nell’immaginario pubblico, i rifugiati sono, invece, molti di più?
«Sì, molte ricerche ci dicono che la percezione, in generale, della quantità di migranti sul nostro territorio è molto superiore al 12%, che è il dato reale, della nostra regione. Inoltre la popolazione non sempre ha cognizione dei tipi di permessi con le quali le persone sono accolte. Stiamo facendo molto come ANCI regionale, assieme alla Regione, per informare e comunicare in maniera più efficace su quali siano i numeri reali sul nostro territorio e con quali tipi di permessi e accoglienze. Pensi che numericamente ogni anno arrivano moltissime persone attraverso ricongiungimenti familiari, tema che, però, dal punto di vista mediatico non fa notizia».
Ravenna, dice il compendio statistico 2022, tra il 2021 e il 2022 ha avuto un incremento del 111,4% di soggiornanti per motivi connessi alla protezione e all’asilo: come si spiega questo aumento esponenziale, che colloca la provincia al quarto posto in regione?
«Ravenna è una provincia storicamente accogliente, non mi meraviglia che si collochi al quarto posto sul territorio regionale. Il dato del 2022 risente di un calo che vi era stato nel 2021, ma se si guardano i dati precedenti, ad esempio dal 2018 al 2020, Ravenna si è sempre distinta tra le province più accoglienti».
In che modo l’introduzione della protezione speciale ha impattato sui trend regionali?
«In Emilia-Romagna, nel 2022 rispetto al 2021, si è registrato un incremento significativo di coloro a cui è stata concessa la protezione speciale (da 0,8% a 7,3%). Ora rappresentano l’11,6% delle tipologie di soggiorno. Cresce anche il trend delle domande di protezione speciale accolte dalle Commissioni Territoriali, che passano dal 2% nel 2020 al 14% nel 2021. Tale incremento è da ricondurre principalmente alla nuova disciplina della protezione speciale ad opera del Decreto Legislativo n. 130/2020, entrato in vigore il 21 ottobre 2020. Sono molto preoccupato dal fatto che, col recente Decreto n. 20/2023, questo tipo di protezione sia stata eliminata, il che significa fare uscire da una situazione di regolarità migliaia di persone».
Ravenna, nello studio, si distingue anche per il maggior numero di posti per minori stranieri non accompagnati all’interno del SAI (Sistema accoglienza e integrazione). C’è una ragione specifica?
«Le ragioni risiedono sempre nelle sensibilità delle amministrazioni locali che fanno una scelta di accoglienza prestando particolari attenzioni a determinate fragilità».
In che modo il conflitto in Ucraina – con le conseguenti migliaia di richieste di protezione temporanea – ha modificato i due sistemi SAI e CAS in Emilia-Romagna?
«Nei primi 9 mesi del 2022 sono transitate nei progetti SAI in Emilia-Romagna 4.045 persone, di cui 2.882 uomini (71,2%) e 1.163 donne (28,8%). La dimensione del flusso dei beneficiari accolti è aumentata del 42,9%. La presenza delle donne è quasi triplicata. L’Ucraina è diventata la principale nazionalità di beneficiari SAI, cresce notevolmente anche la presenza di afghani. L’Ucraina, tra l’altro, è, per la prima volta, da quando è stato avviato questo monitoraggio nel 2006, al vertice di tale classifica. Il 71,2% delle persone ucraine accolte sono donne ed è significativa anche la presenza di minori».
Come è cambiato, negli ultimi anni, il lavoro delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale?
«Mi viene difficile rispondere a questa domanda perché con la riforma dei componenti della Commissione, questa non prevede più, tra i membri, dei funzionari indicati dai Comuni. I dati ci segnalano comunque che le attività delle Commissioni, in questi ultimi anni, hanno un avuto un’accelerazione rispetto agli anni precedenti».
Le risposte sono state redatte con la collaborazione di Giacomo Prati e Matteo Zocca di Anci Emilia Romagna.